SFOGLIANDO "OCCHI NEGLI OCCHI":
IL MARE
Non mi stancherei mai
di guardare il mare!
Bello, prepotente, forte,
con le sue onde possenti
come braccia che ti stringono
per rapirti, impaurirti.
Ed io piccolo piccolo
mi lascio annullare!
Non mi stancherei mai
di guardare il mare!
Bello, sereno, sorridente,
con le sue onde avvolgenti
come braccia che ti carezzano
così dolcemente.
Ed io piccolo piccolo
mi lascio cullare!
Non mi stancherei mai
di guardare il mare!
Immenso…
come il nostro amore!
RUGHE
Mi osservo attentamente allo specchio
e conto le rughe.
Sono tante!
Ogni ruga un ricordo, una gioia, un dolore!
Ho avuto sempre tante rughe,
ma dentro di me.
Erano rughe invisibili,
che nessuno conosceva.
Ora sono emerse con prepotenza sul mio volto,
come cicatrici, visibili a tutti.
E mi dispiace,
perché, per colpa di queste maledette rughe,
la gente si aspetta una saggezza che non ho!
Quanto mi costa
truccare ogni giorno la mia ignoranza!
NO, NON SONO GENEROSO
No, non sono generoso,
è solo uno sporco trucco il mio!
Mi piace inondare
lo spazio dove vivi
di tante tante cose
che ti ricordano di me.
Dovunque tu ti giri un mio regalo,
un libro, un braccialetto,
una penna, un accendino,
una foto od un cd.
Come ti muovi, il tuo pensiero
deve urtare contro qualche cosa
che ti rimanda ad una mia frase,
un mio sorriso, una mia smorfia.
Come ti muovi, il tuo pensiero
deve urtare contro qualche cosa
che ti urla:” Altolà, fermati sono qui!”
E tu allora lasci tutto,
ti abbandoni sul morbido divano,
poi mi chiami per dirmi
che hai voglia di vedermi.
No, non sono generoso,
è solo uno sporco trucco il mio!
Perché ho paura che solo per un attimo,
io possa restar fuori la tua mente!
DIETRO QUEL SORRISO
( E' davvero insopportabile per Marta osservare Sergio, suo marito, sdraiato in
poltrona con quello sguardo ironico, che passa dalla malinconia al sorriso.
E questa cosa la fa impazzire. Cosa nasconde Sergio dietro quel sorriso?)
MARTA - Non eri depresso tu? Vedo cha hai brillantemente superata
la tua depressione? Ogni tanto voi uomini vi lasciate prendere
da una " vittimite acuta", con la quale, una volta, pigliavate
per il culo chi vi stava vicino. Voi uomini sapete assumere una
espressione così sofferta da fare impallidire un attore professio-
nista. E questo gioco meschino e perverso lo portate fino alle
estreme conseguenze: il pianto! Quel pianto disperato che ti
fa sentire l'ultima delle donne. Quel pianto che fate finta di
volere controllare e che ti fa sentire spregevole, disumana!
Ma come? Un uomo così buono, così martire, con quegli occhioni
gonfi ed arrossati di chi subisce in silenzio ogni tipo di tortura
psicologica, un uomo che non ti chiede nulla ma è felice solo
di dare tutto ciò che ha… (alludendo a se stessa) e tu? Lo lasci
lì, incompreso, a consumarsi nel suo dolore con il totale annul-
lamento di ogni voglia di vivere?
(Si scaglia contro Sergio con aggressività) Ma oggi, caro signore,
ringraziando Iddio, tutto è cambiato! Questa tattica subdola,
sporca, cattiva, non funziona più! Anzi, sai cosa ti dico? Non
viene proprio presa in considerazione. Ti dirò di più. Indispone!
E' così fastidiosa ed insopportabile che vorresti non fosse tattica.
Vorresti che tutto fosse vero. E pensi:" Che campa a fare uno
smidollato simile ? Uno che non sa affrontare i problemi ed usa
l'arma del ricatto?" Si, c'è cattiveria! E di fronte alla cattiveria
non si prova alcuna pena! I cattivi fanno schifo, altro che pena!
(Continua a borbottare avendo cura di non farsi ascoltare. Si
impegna a fare qualcosa, sposta qualche oggetto, spolvera sul
tavolo,si accende una sigaretta poi…si impone di rimanere
calma) Calma, calma! Non posso fare il suo gioco! Gli uomini
questo sanno fare. Studiano come annientarti. La vita per loro
si affronta con le tattiche. Devono dimostrare a tutti di avere
vicino una pazza che merita comprensione e perciò loro, con
santa rassegnazione, hanno accettato di assumere il ruolo di
infermiere con una vita fatta di rinunce. Gli uomini sono
convinti di essere naturalmente predestinati alla santificazione.
Calma! Attenzione a non cadere nella trappola! (Di nuovo
affronta Sergio) Perché non reagisci? Dici qualcosa! Fai
qualcosa! Dammi la sensazione di avere a che fare con un
essere vivente, non ti rifugiare in questo stato di coma!
E smettila con questa espressione piena di umana
comprensione!
SERGIO - Non hai capito nulla e continui a parlarti addosso senza
l'accenno di un minimo rispetto per eventuali opinioni
diverse dalle tue. Comunque io sono qui, e se sorrido e
perché mi sto facendo buona compagnia.
MARTA - Eccolo il martire di casa che sopporta in silenzio le flagel-
lazioni che gli vengono inflitte! Parla! Urla il tuo bisogno
di aiuto! Parla!
SERGIO - Tu vuoi che io parli, per assaporare il gusto di contraddirmi.
Non capisci che la mia solitudine mi aiuta a gustare la
sensatezza di un mio pensiero ?
Quando mi rifugio nel mio piccolo mondo, so darmi torto,
ma so che potrei avere addirittura ragione!
Invece no, se parlo con te…lo spettacolo si realizza!
Dando per scontata la mia stoltezza, ti faccio da spalla
per fornirti la possibilità di iniziare il tuo show.
Ci sarà pure un momento in cui mi verrà affidato il ruolo
di protagonista!
MARTA - Certo! E' il ruolo che sapete interpretare meglio. Voi uomini
sapete fare benissimo i protagonisti…ma con chi non vi
conosce come siete davvero! Sai quanti amanti farebbero
una fine di merda, se li si conoscesse nel quotidiano!
Quando, infilati pigiama e pantofole, camminano per casa
come zombie, pronti a criticare ogni cosa, con voce lamentosa
ad emettere sentenze.
Vorrei proprio sapere dove va a finire l'uomo tollerante,
paziente, che sa ascoltare?
E' nell'abitudine che si riscontra la qualità di una persona.
E non alludo a quel pizzico di insoddisfazione, che è forse
fisiologica in ogni relazione di coppia.
SERGIO - E qui ti sbagli! La mia insoddisfazione non deriva da
tue inadempienze. Probabilmente tu saresti la donna
ideale per qualsiasi altro uomo. Io , già che ci siamo,
avverto un senso di inadeguatezza. C'è qualcosa in me
che viene violentato e represso ogni giorno.
Sostenere, come dici tu, che un certo disagio all'interno
di un rapporto di coppia è fisiologico è troppo sempli-
cistico. Sa di resa! Mi spiego con un esempio. Una
donna che fa di tutto per accontentarmi, non mi piace.
Mi fa sentire colpevole. Colpevole di avere privato una
persona della propria autonomia mentale. Il mio ideale
di donna deve essere così e non in un altro modo, per
se stessa. Io voglio una donna che condivide un mio
pensiero, non che lo asseconda. Una donna che quando
esprime le proprie idee, tu le ascolti e ne riscontri la
somiglianza con le tue. E laddove le idee non sono
somiglianti, che siano discutibili, complementari, dialet-
tiche! E' comodo, ma anche mortificante, vergognoso,
avere al proprio fianco una persona che annuisce passiva-
mente ad ogni richiesta espressa od inespressa.
La vita assume un gusto tutto particolare quando viene
condita dalla complicità. E non si è complici quando le
idee convergono, come per un meccanismo perfetto, ma
si è complici quando le idee si addizionano per portare
avanti un progetto comune.
Noi, cara Marta, abbiamo progetti diversi. Ci realizziamo
in modo diverso. Io ho bisogno dei miei momenti di
abbandono intellettuale, dei miei momenti di stupidità,
dei miei momenti di fantasia, di romanticismo, di vita
poetica.
MARTA - Smettila di sognare. Svegliati! La vita pratica, quella di
tutti i giorni offre pochi spunti di poesia! Sapessi quanta
poesia c'è nel lavare i piatti, nello stirare le camicie, nel
pensare a cosa si deve mangiare tutti i giorni. Uno stil-
licidio che ti logora e ti sottrae quel tempo da dedicare
al rispetto della tua persona.
SERGIO - Vedi come emergono le nostre fondamentali differenze?
La poesia alla quale io alludo non è la sciocca, vacua
esistenza dei sognatori. La poesia a cui io faccio riferi-
mento è quella sensibilità sostanziale che ti aiuta e
sostiene anche nelle noiose attività pratiche.
Se io ci metto amore nelle cose che faccio, se nello
svolgimento di un lavoro ripetitivo e stupido ci metto
altruismo, se ad esempio, nella sistemazione di un
archivio mi impegno ad organizzarlo in modo tale
da facilitare il compito di chi mi sostituirà così che
la mia assenza non ne inficia la efficienza, io ho
compiuto un atto di amore nei confronti di un’altra
persona. E quando c’è amore, la vita viene organiz-
zata in modo tale da non occupare del tutto quei
piccoli spazi personali che ci preservano dalla
aridità, dalla disumanità.
Se tu provassi un sentimento vero per qualcuno
che ti fa vivere la magia del coinvolgimento più
totale ed emozionante, cosa faresti?
Probabilmente stireresti le tue camicie mentre la tua
mente ricalca le parole di una canzone, cucineresti
pensando quanto sarebbe bello se lui potesse assaporare
ciò che a lui piace di più, rassetteresti casa salterellando
qua e la, in attesa di una telefonata che potrebbe anche
modificare la scaletta della giornata.
Allora decidi di stirare solo una camicia che serve per
il giorno successivo, di rimandare la pulizia dei piccoli
soprammobili perché…sai perché? Ma perché ti devi
fare bella per lui! Perché ciò che ti gratifica è il suo
sguardo, il suo apprezzamento, la sua voglia di incontrarti.
E fosse anche per rimanere a telefono con lui ore ed ore
per abbandonarsi al racconto dei propri momenti di
sconforto, alle confidenze più intime perché sai che lui
e solo lui sa cancellare ogni traccia di malinconia.
Perché? Perché si è complici. Complici in tutto!
MARTA - La complicità, però, deve essere un fine e non un
mezzo momentaneo per raggiungere la tappa succes-
siva. Noi donne sappiamo veramente essere complici,
voi uomini no! Voi uomini quando state insieme non
sapete raggiungere un intimo coinvolgimento.
Parlate di argomenti che non sfiorano minimamente
la vostra interiorità. Scappate via da voi stessi, avete
paura di mostrarvi nudi. Parlate di sport, di auto,
di cellulari, di informatica o vi abbandonate ad
apprezzamenti volgari sulla donna del momento, che
quasi sempre è virtuale, ma nulla raccontate della
vostra fragilità, della vostra ansia. Per carità!
Che maschi sareste se vi raccontaste un po’ di voi?
Sapete invece diventare falsi complici con una donna
quando cominciate a sciorinare la storia del fallimento
del vostro matrimonio, con il subdolo obiettivo di
portarvela a letto.
E quando una donna vi piace come sapete diventare
spiritosi, esuberanti, attraenti seguendo alla lettera il
copione del perfetto conquistatore. Senza alcun
rispetto per chi vi sta di fronte. Chi vi sta di fronte
non è una donna, è una preda! Una preda da
conquistare, uccidere per poi annoverarla fra i trofei
della propria esistenza.
SERGIO - Tu stai ripercorrendo le pagine di un manuale molto
usato, ma non mi riguarda. Quando io ho parlato di
qualcosa che modifica la scaletta della tua vita, che
ti fa stabilire delle priorità, che esalta i momenti di
massima intimità, che rende accettabili anche i
noiosi compiti giornalieri perché secondari rispetto
alle emozioni successive, facendoti pregustare la
gioia di un incontro che ci sarà di lì a poco…io
parlavo di amore. E l’amore sfugge ad ogni tatticismo,
ad ogni diavoleria strategica. L’amore viene, ti prende
e ti conduce per una strada sconosciuta che tu percorri
con gioia senza farti alcuna domanda. E sul tuo viso
si stampa un sorriso. E sorridi anche da solo, come
sto facendo io. Dietro un sorriso, quasi sempre, c’è
l’amore!
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